EDITORIALE L'ARCO DI GIANO n° 56 - 2008

           
freccetta INDICE freccetta EDITORIALE freccetta AUTORI

Arco di Giano


Le vaccinazioni: un modello di medicina che si evolve


N°56 - estate 2008


Obiettivo di questa monografia è tracciare un quadro del ruolo che le vaccinazioni hanno avuto ed hanno nella politica sanitaria del nostro e degli altri paesi. È uno strumento di prevenzione che l’umanità utilizza da secoli e che, a differenza di altre antiche pratiche mediche che non hanno retto alla verifica di efficacia del tempo (basti pensare al salasso), ha dimostrato un’efficacia che la proietta nel futuro.
Le vaccinazioni rimangono un’arma indispensabile, nel mondo industrializzato ed in quello economicamente arretrato, per contrastare antiche e letali malattie infettive; dal loro prevedibile sviluppo attendiamo un aiuto risolutivo verso patologie devastanti quali la tubercolosi, la malaria, l’AIDS e le pandemie influenzali che, al momento, contrastiamo con molta difficoltà. Dal successo o dal fallimento di utilizzo corretto dei vaccini attualmente disponibili e di quelli in via di sperimentazione dipende la vita di milioni di persone.
Una pesante lezione epidemiologica sulla necessità protettiva del loro ruolo ci è stata impartita dopo la caduta del muro di Berlino. Il successivo collasso dei sistemi sanitari di diversi paesi dell’est europeo con l’interruzione delle campagne vaccinali ha provocato vaste epidemie di difterite in Russia e di poliomielite in Albania. Tutto ciò ci ha insegnato che basta ridurre la guardia di poco per tornare in una situazione epidemiologica che ci illudevamo confinata nel passato.
Al consolidato ruolo di contrasto nei confronti delle malattie infettive si sta aggiungendo ora, per le vaccinazioni, un nuovo importante campo di intervento: quello contro i tumori di origine virale. L’esordio di questa nuova possibilità preventiva si era già parzialmente avuto con l’introduzione della vaccinazione contro l’epatite b (introdotto in Italia agli inizi degli anni ’90) e si consolida ora con l’utilizzo del vaccino contro il papillomavirus agente causale del tumore della cervice dell’utero.
Sulle vaccinazioni si giocano impegno e credibilità di organismi internazionali quali l’UNICEF e l’OMS che hanno, peraltro, definito, in passato, obiettivi poco realistici (ad esempio per l’eradicazione della poliomielite) che si sono scontrati in alcune zone del globo con uno stato endemico di guerra che ha reso inutile ogni sforzo organizzativo. Su questo campo si sperimentano imponenti forze nuove che derivano da fondazioni internazionali (Fondazione Bill e Melinda Gates) che si misurano con sfide importanti.
Ancora in relazione alla guerra, alcuni vaccini che consideravamo ormai in disuso (vaiolo) o di limitato utilizzo in alcune attività professionali (antrace) sono stati richiamati in servizio attivo come scudo ad ipotizzati attacchi di bio-terrorismo finendo coinvolti e travolti in una tragedia tutta americana che, per fortuna, ha coinvolto solo molto parzialmente il resto del mondo. La vaccinazione fin dalla sua nascita ha assunto, e non più abbandonato, nell’armamentario della medicina un rilievo ideologico particolare. La sua caratteristica di essere uno strumento di massa destinato alla popolazione sana e di avere la capacità di modificare radicalmente situazioni epidemiche presenti “da sempre” ne ha fatto un punto di condensazione di tensioni ideologiche, magiche e religiose. Nel bene e nel male questa pratica è stata osannata o deprecata per la sua possibilità di modificare lo “stato di natura” ed evidenzia così un’inaspettata capacità di far detonare periodicamente scontri ideologici di lunga durata.
In Italia, infine, le vaccinazioni costituiscono un terreno di tormentata difficoltà per le regioni, che utilizzando la loro recente autonoma responsabilità in campo sanitario, si sono dotate di calendari e di politiche vaccinali difformi le une dalle altre. Alcune delle nuove vaccinazioni disponibili non sono, in alcune regioni, offerte gratuitamente ma a parziale pagamento da parte degli assistiti indebolendo, così, un principio di gratuità che era rimasto, finora, un importante strumento di equità sanitaria. In altre, la mancanza di un’attiva offerta pubblica e gratuita di alcune vaccinazioni sta già modificando il quadro di alcune malattie infettive.
Un importante momento di discontinuità nazionale è dato dalla scelta della Regione Veneto di fornire a tutti i suoi cittadini in modo attivo e gratuito tutti i vaccini disponibili e, nel contempo, di sospendere, dal gennaio 2008, il ricorso allo strumento dell’obbligo nel perseguire l’obiettivo di vaccinare i nuovi nati. Questo obiettivo, previsto dal Piano Sanitario Nazionale, di superare l’obbligatorietà della somministrazione dei vaccini in favore di una adesione consapevole dei cittadini ad un’offerta pubblica gratuita ed attiva, diventa ora un momento emblematico della capacità del nostro servizio sanitario di affrontare un nuovo rapporto fra Stato e cittadini nella difesa della salute individuale e collettiva.

Massimo Valsecchi

 

 

Area abbonati