EDITORIALE L'ARCO DI GIANO n° 63 - 2010

           
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Le emozioni in medicina e la medicina delle emozioni


N° 63 - primavera 2010

 


 

Al centro da sempre dell’interesse della filosofia e della medicina, le passioni dell'anima, come si diceva nell'Antichità e nell'epoca moderna, o emozioni, come si è cominciato a dire a partire dall’Ottocento, occupano oggi una larga parte della ricerca scientifica, filosofica e sociale.
La presenza delle emozioni o affetti è pervasiva in ogni momento della vita individuale e collettiva, nelle relazioni interpersonali, nell'ambiente di lavoro, nella vita culturale e affettiva di ognuno. Per la loro stessa natura, le emozioni sono studiate in modo altamente interdisciplinare, interessando psicologia, neuroscienze, antropologia, sociologia, filosofia, storia e etica. In campo medico, il ruolo delle emozioni, a lungo considerato quasi come un ostacolo alla conoscenza clinica e alle prassi terapeutiche, è stato in questi ultimi anni ampiamente discusso e riconosciuto. Nella relazione clinica, infatti, sono coinvolti molti processi empatici ed emozionali e, d’altra parte, sempre di più in ambito psichiatrico e psicologico, i disturbi emozionali sono divenuti categorie nosologiche e cliniche centrali.
l dossier presentato in questo fascicolo intende discutere entrambi questi aspetti, il ruolo delle emozioni in medicina e lo studio e la cura dei disturbi emozionali, con una serie di contributi prodotti da una parte da alcuni dei ricercatori più autorevoli in questo campo e dall'altra da giovani ricercatori direttamente coinvolti in programmi di ricerca centrati specificamente sulle emozioni.
L’articolo di Klaus Scherer tratta del ruolo ancora importante dei modelli filosofici classici dell’anima, ed in essi delle emozioni, ruolo che spesso si rivela un ostacolo epistemologico per l’elaborazione di nuovi modelli esplicativi dei processi emozionali, ma che d’altra parte mostra una straordinaria continuità degli interrogativi filosofici e scientifici di fondo intorno alle emozioni.
Il saggio di Bernardino Fantini ricostruisce le origini e le implicazioni della cosiddetta ’rivoluzione emozionale’ che da ormai quarant’anni sta cambiando in profondità il modo stesso di concepire e definire la natura e il ruolo dei processi emozionali. L’accento è posto in questa analisi sulla relazione fra biologia e cultura, nella determinazione delle reazioni emozionali e della loro espressione, un tema che costituisce attualmente uno dei nodi del dibattito teorico e del lavoro sperimentale sulle emozioni. Uno dei fondatori della ‘medicina darwiniana’, Randolph Nesse, psichiatra, ha dedicato una grande attenzione alla spiegazione evoluzionistica delle emozioni, normali e patologiche. L’articolo inserito nel dossier è una rassegna organica di questo aspetto, che svolge un ruolo centrale in tutto il dibattito attuale sulla nature delle emozioni, sulla loro definizione e classificazione, sul ruolo da esse svolto nella vita individuale e collettiva.
Clotilde Calabi affronta un tema di grande attualità e rilevanza generale: quello del ruolo delle emozioni e della loro autenticità nel caso della fruizione della finzione (letteraria o cinematografica). L’autrice discute due proposte: la prima rigetta l’idea che noi proviamo emozioni verso oggetti fittizi, e la seconda nega che per provare un’emozione verso un oggetto dobbiamo credere che quell’oggetto esista.
ella storia delle emozioni, il contributo di Freud ha costituito un momento di svolta decisiva, stimolando nuovi approcci al problema ed anche suscitando molte polemiche e nuove linee di ricerca, che hanno notevolmente contribuito alla ’rinascita’ degli studi scientifici e medici sulle emozioni. L’articolo di Yamina Oudai Celso discute le principali categorie utilizzate nell’approccio freudiano alle emozioni, in relazione agli sviluppi più recenti delle scienze affettive e della psichiatria.
Esperto di storia e filosofia della medicina darwiniana, nel suo articolo Fabio Zampieri tratta delle spiegazioni biomediche dei disturbi emozionali, soprattutto nell’ottica darwiniana, sottolineando il contributo che questa analisi può dare alla pratica terapeutica in psichiatria.
Psichiatra, psicoterapeuta e psicanalista, Graziano Martignoni, partendo dalla sue esperienza clinica e dalle sue riflessioni teoriche sulle relazioni interpersonali, propone una visione altamente originale del ruolo delle emozioni nella relazione terapeutica, nella cura. Interessato agli intrecci e intrighi psico-antropologici della nostra tarda-modernità (al rapporto psiche -società e alle sue nuove patologie), Martignoni discute i fenomeni di mutazione della soggettività (attraverso il filtro dell’educare e del curare), oltre alle questioni epistemologiche relative alla cura. Il saggio di Chantal Marazia prende in esame un’emozione particolare, la vergogna, che svolge un ruolo importante nelle relazioni interpersonali e merita di essere meglio considerata all’interno della pratica clinica. L’articolo propone un’analisi al tempo stesso generale, che discute delle origini filosofiche lontane del concetto di vergogna, e specifica, perché fondata sulla concreta osservazione dei processi emozionali nei servizi di terapia intensiva in collaborazione con tutta l’equipe medica, un ambiente caratterizzato da un massiccio uso di tecnologie mediche.
di Bernardino Fantini e Alessandro Pagnini

 

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