Le medical humanities

 

Cosa sono le medical humanities?

 

La mission delle medical humanities è quella di cambiare l’immagine stessa della medicina mediante la mobilitazione di tanti e diversi saperi.

La disciplina delle medical humanities nasce in America sul finire degli anni ’60 del secolo scorso dall’esigenza di arricchire gli studi nelle scienze mediche con le discipline umanistiche. 

Si sviluppa negli anni ’80 in chiave quasi ancillare in relazione alla bioetica, focalizzandosi tanto sulle questioni quotidiane che sorgono dall’incontro tra sanitari e pazienti quanto sulla complessità delle decisioni connesse con la gestione politica e amministrativa della sanità.

Le medical humanities guardano alla tutela e alla cura della salute come responsabilità collettiva chiamando in causa i sistemi politici di welfare state e welfare market. Abbracciano altresì l’intero panorama dei problemi antropologici inerenti la cura e la salute. Ragionano non solo sulle finalità della scienza, sulla formazione e l’esercizio della professione di tutti i protagonisti dell’ambito della ricerca e dell’assistenza sanitaria ma altresì sul ruolo e i compiti di chi organizza il sistema e gli strumenti utili alla tutela della salute.

Le medical humanities vogliono essere luogo in cui la medicina non solo rafforza i propri rapporti con le scienze sociali e comportamentali (sociologia, psicologia, diritto, economia, storia, antropologia culturale) ma dove può entrare in dialogo con la filosofia morale (bioetica e teologia morale) e con gli apporti delle arti espressive (letteratura, teatro, arti figurative). 

Le medical humanities non vogliono né umanizzare la sanità né rendere i professionisti delle sanità più  “umani”, ma si propongono di ricondurre la pratica delle sanità alle sue finalità originarie: essere medicina per l’uomo.

Tramite l’approccio multidisciplinare che le caratterizza, intendono fornire alla medicina e a tutti i soggetti coinvolti nel processo di cura gli strumenti necessari per comprendere tanto le malattie quanto la salute in un contesto sociale e culturale sempre più esteso, al fine di favorire una maggiore comprensione empatica di sé, dell’altro e del processo terapeutico.

 

 

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